domenica 15 settembre 2013

Tears as folk

Finisco l'ultima puntata di "Queer as folk" tra le lacrime. Nonostante i numerosi cliché e la scontatezza di molti avvenimenti, questa serie entra a far parte della mia top 10 delle guilty pleasure's series, ovvero quei telefilm che ti rendi conto non essere a livello del canale HBO , ma che per qualche ragione non riesci a smettere di guardare, e sì..non vedi l'ora ci sia una nuova puntatina da gustarti segretamente. Nel caso in cui invece la serie sia già iniziata e terminata da tempo (2000-2005), ti vedrai ben presto dipendente dalla puntata del giorno, che diventano puntate nel weekend, tanto da arrivare a picchi di cinque o sei e la luce del sole diventa un ricordo. 
La storia d'amore tra Brian (il bello e impossibile, apparente cuore di ghiaccio che dietro ad una maschera di menefreghismo ed egoismo cela una tenerezza e una bontà d'animo infinita, che in quelle rare volte in cui decide di mostrare la sua dolcezza e il disperato bisogno d'affetto, noi telespettatori, io in primis, ci sciogliamo come polaretti al sole) e Justin (diciassettenne che viene introdotto nel mondo omosessuale dal seducente trentenne e se ne innamora perdutamente dal primo istante) è il filo conduttore delle cinque stagioni del telefilm. Ammetto che, a partire dalla terza stagione circa in poi, il sapere cosa sarebbe successo tra i due è stato il motivo quasi principale per il quale ho continuato a vedere fedelmente tutte le puntate. Mi sono chiesta più volte come gli autori sarebbero riusciti a mantenere così alto l'interesse per la loro storia attraverso cinque stagioni e devo dire che hanno svolto egregiamente il loro intento.
Sapendo di non spoilerare il finale a nessuno (1. La serie è finita nel 2006 se non erro, quindi avevate tutto il tempo eheh 2. Come ho detto in precedenza, quasi sicuramente sono l'unico lettore del mio blog), vorrei esternare il dramma che mi percorre. Piccolo riassunto: Brian, mosso dall'amore che prova per il compagno, decide di accontentare Justin e di sacrificare la sua naturale inclinazione alla promiscuità chiedendolo in sposo. Allo stesso modo Justin, accettando, sacrifica la sua ambizione di una carriera come artista, restando a Pittsburgh con Brian, invece di inseguire il successo nella grande mela. Poco prima del matrimonio, i due discutono del perché si vogliono sposare e capiscono che, nonostante e a causa del forte sentimento che li lega, non possono sacrificare la propria vita e la propria natura per l'altro. Inutile dire che questo finale mi ha completamente straziato e spiazzato, lasciandomi uno strascico di depressione che nemmeno Bridget Jones.

(Io durante e dopo la visione)


Ad ogni modo il mio post voleva essere un vagamente serio spunto di riflessione, nato da questo mio trauma post final episode: è più corretto sacrificare un amore per inseguire i propri sogni o per non snaturare la propria concezione di rapporto o l'amore vince sempre su tutto?
Mi sono scervellata, tra i lacrimoni, per trovare un motivo per il quale gli autori potessero avere anche solo un po' di ragione e quindi risollevarmi dal baratro. Ripensandoci, nel corso delle stagioni, Brian vive attraverso la storia con Justin un profondo cambiamento che lo porta ad abbassare le sue barriere e a provare amore sincero per qualcuno. Brian dimostra il suo amore in modo sicuramente anticonvenzionale, ma non per questo meno autentico. Il personaggio ha indubbiamente un'evoluzione importante, un miglioramento. Il punto è che "He's Brian Kinney, for fuck's sake" e quello che ha dato per Justin, quello che ha cambiato di lui per Justin è già moltissimo. Gli autori in un certo senso (provo ad autoconvincermene eheh) non potevano spremere di più un personaggio così, senza snaturarlo e quindi perderlo. 

Tornando alla questione in generale, beh, se avessi la risposta sarei un Guru dell'amore e a giudicare dalle mie ultime esperienze in questo campo, sono davvero una pippa. Forse non è giusto rinunciare alle proprie ambizioni o al proprio modo di essere per amore, però io credo che in alcuni casi valga davvero la pena provare ad adattare i propri desideri a quelli della persona amata. L'amore non è anche compromesso?


lunedì 5 agosto 2013

Should we stay or should we (let them) go?

Oggi voglio fare un po' la Carrie Bradshaw della situazione. Mi manca solo la sigaretta in bocca, o un ghiacciolo, una penna o un pezzo di frutta. Perché bisogna dirlo, Carrie "ha sempre qualcosa in bocca". Perfino inutile spiegare che non volevo essere maliziosa, perché nessuno potrebbe mai credermi. E dato che nessuno mai leggerà, tanto meglio.

Molte volte pensiamo alle nostre relazioni come uniche sulla terra, quando invece non viviamo altro che lo stesso pattern di mille persone senza accorgercene. Dà anche un po' di fastidio il scoprire che non siamo poi così originali, che molti intorno a noi hanno gli stessi tipi di turbe mentali. La mia illuminata scoperta riguarda il famoso Mr Big. Tutti, o quasi, hanno un Mr Big nella propria vita. La cosa non dovrebbe sconvolgermi, dato che sul rapporto Carrie/Big ci hanno scritto una serie di 6 stagioni, e non l'avrebbero fatto se ogni donna/uomo che sia non avesse potuto immedesimarsi nella povera Carrie. Che dico, praticamente in ogni serie Tv ci sono un Big e una Carrie. Quindi, se non deve stupire che la loro relazione sia lo specchio di milioni di altre, qual è il punto di questo post? Bella domanda.
Ora, partirei con una breve descrizione dello schema della relazione:
Mr Big è quella persona che ti ha sconvolto l'esistenza. Che dal primo momento in cui l'hai vista hai capito che ti saresti innamorato. Ti ha fatto provare emozioni che non credevi esistessero e che temi non proverai mai più. Ti ha fatto maledire più volte il vostro incontro. Esce ed entra dalla tua vita come un soffio e un uragano allo stesso tempo. E' sempre e comunque capace di destabilizzarti, no matter what. Non importa che tu sia felice o triste, che ci stia pensando o meno, che tu abbia dimenticato il male subito. Il suo ritorno provocherà sempre in te una forte scossa. Ogni volta ci ricaschi come una pera e ogni volta credi che sia quella giusta. La volta in cui cambierà. E puntualmente, la delusione, il dolore. Con lei non ci sono grigi, solo bianco o nero. 

Non stareste mai nello stesso letto se poi non ci farete l'amore.

La mia domanda è: What are we supposed to do with them? 
E' giusto eliminare dalla tua vita la persona che più ti ha fatto sentire viva? 
E' più doloroso rimanere in quel limbo di amore/odio, o è meglio eliminare il problema alla radice? Chi dice che non sarà solo un dimenticare provvisorio? Che ad un passo dall'altare non ne farete uno indietro, perché é lei che volete? 

Ovviamente non ho la risposta. Sono solo molto incazzata con gli scrittori di Sex and the city, perché hanno fatto terminare la serie come tutti volevano, io in primis. In questo modo hanno illuso tutti che Mr Big può cambiare, rendersi conto che Carrie "is the One" e finalmente fare di tutto per tenersela stretta. E se ci avessero solo preso in giro?